Il vitigno Müller Thurgau è un incrocio tra vitigni a bacca bianca, creato nel 1882 dallo svizzero Hermann Müller, nativo di Thurgau, finché lavorava a studi di miglioramento genetico della vite, tra il 1876 e il 1891, presso l’istituto tedesco di Geisenheim, conclusisi a Thurgau, in Svizzera, verso la fine del secolo.
Fino a non molti anni or sono fa si riteneva che i vitigni di partenza fossero il Riesling e il Sylvaner, mentre recenti studi sul DNA, fanno ritenere che il secondo vitigno sia lo Chasselas. Il vitigno Müller-Thurgau è molto diffuso in Europa, in particolare in Germania, Svizzera e Italia, ed è stato impiantato anche in paesi dall’enologia emergente quali la Nuova Zelanda. In Italia viene coltivato in quasi tutte le regioni, ma il ruolo più importante è in Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia e Veneto.
In Alto Adige, il Müller-Thurgau è coltivato soprattutto nella Val di Cembra, dove, al riparo di montagne e boschi, le sue caratteristiche di eleganza sobria hanno trovato una culla naturale.
I suoli calcarei, l’altitudine e la forte escursione termica di questa valle favoriscono lo sviluppo di profumi e freschezza, trasformando un vino modesto come il Müller-Thurgau in un protagonista della tavola.
I vini a base di Müller-Thurgau presentano spesso aromi dolci di pesca a bassa acidità e una gamma di sapori fruttati. Sono quasi sempre meglio consumati giovani, con la notevole eccezione di quelli dell’Alto Adige, dove la combinazione di vecchie viti e vigneti ripidi ed elevati crea espressioni più serie con un maggiore potenziale di invecchiamento.
La buona acidità e il bouquet delicato ed espressivo del Müller-Thurgau hanno spinto molti produttori a cimentarsi con versioni spumantizzate, ottenendo risultati incoraggianti, vini tersi e suadenti, dotati di precisione stilistica, che puntano sull’aromaticità stuzzicante e gradevole dell’incrocio.