Il Susumaniello è un vitigno a bacca nera, di probabili origini dalmate, diffuso da tempo in Puglia, soprattutto in provincia di Brindisi. Il suo nome deriva dalla sua abbondante produttività che permetteva, letteralmente, di “caricare il somaro”. La elevata produttività di questo vitigno cala drasticamente con l’età del ceppo, fino a raggiungere, con la maturità della pianta, quantità massime di non più di 1-1,2 kg/ceppo.
L’elevata produttività dei ceppi giovani, unita all’intensa colorazione dei suoi mosti, ha fatto si che in passato venisse un tempo impiegato per la produzione di filtrato dolce acquistato da case vinicole nel nord Italia, ma in seguito l’esaurirsi della domanda per questi prodotti ha fatto decadere l’interesse per il Susumaniello. A causa degli ammodernamenti dei vigneti con il passaggio dal sistema da alberello alla spalliera vi è stata la scomparsa quasi totale di questo vitigno.
Il fatto che le piante più mature diano bassa produzione, e quindi l’alta concentrazione dei mosti e la loro buona acidità fissa, ne ha determinato la riscoperta, permettendo di ottenere dal Susumaniello grandi vini rossi, sia in purezza che in abbinamento con il Negroamaro e la Malvasia nera di Brindisi. Il Susumaniello è caratterizzato da un acino piccolo e tondo, con grande concentrazione di polifenoli e antociani, molto colorato, con un’acidità molto bassa. Esattamente all’opposto sono invece le caratteristiche del Negroamaro, che ha invece un’acidità molto alta. Le proprietà organolettiche relative del Negroamaro vengono quindi compensate ed esaltate dal Susumaniello.