Polvere di Ippocrasso, si presume che nasca con Ippocrate, attorno al 460 a.C. anche se vede il suo largo uso nel periodo medievale dall’anno 1.000 al 1.700 per poi quasi scomparire del tutto. Il vino nell’antichità era molto ricco di spezie e principi medicamentosi: per conservarlo e probabilmente anche per migliorarne il sapore, si usavano con attenzione ingredienti come miele, ginepro, mirto, cannella, forse anche menta, e ancora olio di cedro, resine estratte da piante e alberi come lo storace o il terebinto, e il Cyperus, pianta acquatica che appartiene alla stessa famiglia di quella da cui, gli antichi egizi, ottenevano il papiro.
Ciò risulta dalle analisi del “vino” residuo rimasto conservato in 40 anfore antiche recuperate nel sito archeologico di Tel Kabri (Israele), in quella che era una camera di una famiglia nobiliare. Questi ingredienti suggeriscono che ci fosse una sofisticata conoscenza del panorama botanico, e anche le conoscenze farmaceutiche necessarie per produrre una bevanda complessa capace di conservarsi, di essere gradevole al gusto e di avere anche effetti sulla psiche.
Il ritrovamento è straordinario perché è rarissimo trovare del liquido ancora conservato in anfore così antiche, è importante anche perché ci fa capire la valenza del vino all’epoca. Le anfore sono state infatti ritrovate in quella che era la stanza del patriarca, e il vino non serviva per il consumo di tutti, ma per il piacere del “signore” e come simbolo della sua autorità. Polvere di Ippocrasso è un prodotto esclusivo dell’Agriturismo Parco Verde, proveniente da una ricetta antica ripresa dal Museo Archeologico Nazionale della Val D’Agri a Grumentum.
Riconoscimenti
- Per i 150 anni dell’Unità d’Italia, durante la manifestazione Golosaria 2011, il Vino Medievale Polvere di Ippocrasso è stato riconosciuto da Paolo Massobrio come eccellenza gastronomica italiana
- Miglior vino in abbinamento al cioccolato al Wine Art di Pietrasanta 2010 organizzato dall’AIS (Associazione Italiana Sommelier)